Enrico Cerni. Entusiasta, eclettico, energico, estroverso, empatico. Manager in una Corporate University, formatore, scrittore per diletto, appassionato di complessità. Le parole sono da sempre il filo conduttore della sua esistenza: compagne di gioco, amiche, costanti alleate nello scoprire la bellezza del transito terrestre.
- Qual è il ruolo della teoria della complessità nell’analisi e nella gestione delle dinamiche organizzative e delle risorse umane all’interno delle aziende?
Analizzare i fenomeni aziendali alla luce delle teorie della complessità aiuta a comprendere gli aspetti sistemici delle organizzazioni e come i sistemi evolvono nel tempo in contesti di equilibrio dinamico. Uno sguardo “complesso” aiuta a comprendere le interrelazioni tra le persone e tra le funzioni. Il monaco buddista Tich Naht Han parlava di “inter-essenza”. Ecco, approcciare le dinamiche aziendali a partire da osservatori di complessità facilita nell’approcciare l’interessenza degli elementi costitutivi dei sistemi: tutto è collegato, tutto è entagled.
- Come può la teoria della complessità aiutare le aziende a comprendere e adattarsi meglio ai cambiamenti interni ed esterni, come l’evoluzione delle tecnologie o l’instabilità dei mercati?
Una delle caratteristiche della complessità sta nell’impredicibilità delle evoluzioni. Puoi presupporre, puoi stimare ma non hai la certezza del risultato. Mentre in sistemi deterministici hai la certezza di output a fronte di un medesimo input, nei sistemi non deterministici (tipici della complessità) a fronte di un input non c’è un output certo. In condizioni di instabilità di mercato, in condizioni di costanti novità, in tempi in cui ogni organizzazione è crisalide tra la condizione di bruco e quella di farfalla, l’incertezza è un dato di fatto e la cultura della complessità può aiutare a interpretare la realtà a partire da questo dato.
- Quali sono i principali concetti della teoria della complessità che possono essere applicati alla gestione delle risorse umane, come l’auto-organizzazione, l’adattamento emergente e la non linearità?
Immaginiamo uno stormo di uccelli che volteggia nel cielo. Non riusciamo a predire con certezza assoluta quale sarà la sua disposizione tra cinque secondi (impredicibilità). Non esiste un capo che dà il comando e gli uccelli che eseguono: la leadership cambia in continuazione ed è condivisa; lo stormo si auto-organizza. Se arriva un predatore o se soffia un vento particolarmente forte, lo stormo modifica immediatamente il proprio assetto. Questa lettura si piò applicare anche alle organizzazioni.
- In che modo la prospettiva della complessità può influenzare la progettazione dei processi di selezione del personale, di formazione e sviluppo, e di valutazione delle prestazioni all’interno delle organizzazioni?
In fase di selezione, la complessità può essere introdotta garantendo diversità all’interno dei singoli team: quanto più diverse al loro interno sono le squadre tanto più c’è possibilità di successo. In fase di formazione, la capacità di comprendere l’interdipendenza delle persone e delle funzioni nelle organizzazioni complesse può e deve essere costantemente allenata
- Quali sono i vantaggi e le sfide nell’implementare un approccio basato sulla teoria della complessità nella gestione delle risorse umane, e quali sono gli errori comuni da evitare durante questo processo?
Il principale vantaggio di questo approccio è quello di comprendere l’interconnessione tra le diverse persone e dare la possibilità a ciascuna persona di riconoscersi dotata di una “mente colorata”. Questo riconoscimento di sé permette anche la consapevolezza che gli altri sono portatori di colori diversi e quindi che la valorizzazione delle differenze è l’unica strada possibile per una convivenza di valore.